«Abbiamo creato una nuova procedura chiara per poter aspirare ad essere riconosciuti come una nuova professione sanitaria». Così Mario Marazziti, presidente della Commissione Affari sociali della Camera, in un’intervista di Rosanna Magnano pubblicata ieri nella sezione Sanità de Il Sole24Ore, riguardo la possibilità del Ddl Lorenzin di “abbattere gli steccati” sulle professioni sanitarie.
Ieri, 24 ottobre 2017 è infatti una data importante per il riconoscimento della professione osteopatica: la Camera ha approvato l’articolo 7 del Ddl Lorenzin che individua l’osteopatia come professione sanitaria e ne indica il percorso di riconoscimento per definire competenze e formazione.
«Una volta approvato tutto il Ddl – spiega Paola Sciomachen, presidente del ROI, in una lettera ai suoi soci – rimane solo un passaggio al Senato che ci auguriamo sia veloce e senza intoppi, terminato il quale si potrà poi passare alla fase attuativa della legge».
Un altro passaggio decisivo è stato compiuto. Adesso, come giustamente dice la presidente Sciomachen, è il momento di fermarsi un momento per gioire di questo traguardo, auspicato da decenni.
«Non abbiamo fatto una legge chiusa a sanatoria del passato – dice Marazziti nell’intervista rilasciata alla sezione Sanità de Il Sole 24 Ore – ma una legge aperta per le professioni della sanità futura, con tempi certi, con la possibilità di presentare un’istanza anche da parte delle associazioni, con una valutazione tecnica del Consiglio superiore della sanità e poi con ministero della Salute e Miur che stabiliscono insieme il percorso formativo e le equipollenze dei titoli».
E questo riguarderà anche gli osteopati, assicura presidente della Commissione Affari sociali della Camera, che “seguiranno il percorso segnato”.
È d’obbligo un GRAZIE al ROI – Registro Osteopati d’Italia e a tutto il consiglio direttivo per l’impegno profuso in questi anni alla causa del riconoscimento dell’osteopatia in Italia.